Telecomunicazioni, Slc: lunedì presidio unitario al Ministero dello Sviluppo Economico

“Lunedì 29 novembre, dalle ore 9 alle 13, saremo in presidio presso il ministero dello Sviluppo economico per la Rete unica nazionale, per un ruolo strategico dello Stato nell’infrastruttura digitale del Paese, per la tutela dei lavoratori del settore delle telecomunicazioni”.

Così, in una nota, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Roma e del Lazio. “Il settore delle telecomunicazioni, nell’era della pandemia, – continua la nota – si è rivelato sempre più strategico consentendo al Paese di continuare tutte le attività sociali, dalla scuola alle attività produttive. Tuttavia, nonostante la strategicità, le criticità del settore continuano a persistere da anni. Un settore che vede la necessità di grandi investimenti ma che continua a perdere ricavi e marginalità con una guerra al ribasso delle tariffe e con inevitabili ricadute sui lavoratori del settore”.

“Attraverso le telecomunicazioni passa lo sviluppo industriale e sociale del Paese, l’accesso alla connettività è riconosciuto come diritto di cittadinanza e come tale deve essere garantito a tutti. Tuttavia le disuguaglianze tra le diverse aree del paese in termini di accesso alla connettvità sono ancora profonde. Il digital divide, che vede l’Italia tra gli ultimi posti nella classifica dei paesi europei, non può essere superato affidando lo sviluppo della rete ultraveloce ad un progetto che va nella direzione della parcellizzazione dell’infrastruttura. Questo pare infatti essere l’indirizzo del governo. Il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale da poco ha annunciato che a gennaio verranno pubblicati micro-bandi per la realizzazione di spezzoni di rete in mano ad una pluralita’ di soggetti privati”, prosegue la nota.

“Nulla a che vedere con quanto delineato nel memorandum tra Cdp e Tim di agosto 2020 che attraverso la convergenza tra Openfiber e Fibercop, anche attraverso capitali pubblici, avrebbe garantito la realizzazione di una rete unica nazionale. E’ prevalsa al contrario una chiara visione mercatista. Non è neutro come si realizzerà l’infrastruttura di rete per il rilancio industriale del paese, per il superamento delle disuguaglianze, non è neutro come si utilizzeranno le importanti opportunità derivate dal Pnrr. L’aver cambiato strategia ha reso ancora fragile la governance del più grande operatore delle telecomunicazioni Tim, il principale attore della costruzione della rete. Da ultima l’OPA lanciata da un fondo estero ha ancora di più reso incerto lo scenario facendo emergere forti preoccupazioni, per le scelte che potrebbero derivare dall’ingresso del fondo, sulla stessa tenuta occupazionale dell’azienda”, spiegano ancora i sindacati.

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, insieme alle confederazioni, “saranno garanti nella tenuta dei livelli occupazionali dell’intero perimetro aziendale e per questo si opporranno a ogni tentativo di smembramento dell’azienda Alle reiterate richieste inoltrate al Ministero dello Sviluppo Economico dal sindacato non vi sono state risposte. E’ stato anzi consegnato a un gruppo tecnico e di esperti un tema strategico come la Rete che richiede decisioni di carattere politico e che siano fondate su una visione che abbia al centro gli interessi generali del Paese. A nulla sono servite le esperienze fallimentari del passato che hanno depauperato il paese del proprio knowhow attraverso privatizzazioni sbagliate”.

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